Pal; U-Matic ¾; Colore; 17'46”
Michele Sambin e Andrea Varisco
Mixer video: Paolo Cardazzo
In questa video performance ho utilizzato una delle caratteristiche più elementari del videoregistratore, cioè la possibilità di ritrasmettere la registrazione immediatamente dopo averla effettuata.
estratto dal mio testo : Videomemory dell'artista da giovane
1979 Venezia, il video loop tradito dal suo stesso autore
Prima di concludere il racconto non posso non citare un lavoro che, assieme a 12 animali segna il mio imminente passaggio al teatro.
Nel 79 la video performance musicale Duo per un musicista solo è un tradimento al video loop e di conseguenza all'eliminazione del tempo morto del riavvolgimento del nastro.
Con una specie di inversione a U nel mio percorso ritorno alla funzione primaria del Video Tape Recorder: registro-riavvolgo-vedo.
Duo fa un uso elementare del video, si concentra sul performer e su un millimetrico impianto drammaturgico che consente all'interprete di dare risposte musicali che lui stesso si porrà nel futuro.
In breve sintesi: Michele violoncellista entra in scena saluta il pubblico e inizia a suonare.
Gli spettatori lo vedono dal vivo di profilo attraverso una fessura che separa due monitor che si guardano leggermente inclinati l'uno verso l'altro e contemporaneamente lo vedono nel monitor di sinistra.
L'altro monitor è senza immagini.
Michele suona il cello rivolgendo spesso il suo sguardo al monitor vuoto. I suoi comportamenti sono strani: improvvisamente smette di suonare, gesticola, sempre rivolgendosi al secondo monitor, inspiegabilmente si addormenta…
E per i primi 8 minuti sopra la testa di ciascuno spettatore appare invisibile un punto di domanda come la fiammella dello spirito santo. Scherzo ma indubbiamente credo che tra il pubblico regni un certo disagio.
A 9' e 30” il violoncellista dopo un'arcata finale fa l'inchino al pubblico. Il Michele vero è di profilo e il suo sguardo è diretto al vuoto, ma lo stesso Michele che appare nel monitor saluta correttamente il pubblico frontalmente. STOP,
Brevissima pausa durante la quale cambio strumento e soprattutto viene riavvolto il nastro della registrazione appena fatta. PLAY.
Il violoncellista appare nel monitor di sinistra e contemporaneamente entra in scena Michele sassofonista dal vivo che appare nel monitor di destra. Stesso spiazzamento di sguardi. Il sassofonista vivo sempre di profilo, guarda in un punto fisso dello spazio in modo che la sua l'immagine trasmessa dal monitor guardi il suo alter ego violoncellista. I due musicisti ora si guardano accordando i loro strumenti e iniziano a suonare insieme.
Da questo momento i punti di domanda sulle teste degli spettatori scompaiono.
Ora è chiaro perché il violoncellista sembrava fuori di testa. Solo in questo momento sta trovando la sua metà mancante e le sue strane reazioni erano l'effetto anticipato di una causa che avviene nella seconda parte e di cui ora gli spettatori sono testimoni. In sintesi il violoncellista dà risposte a domande che gli verranno fatte nel secondo tempo dal sassofonista.
Questo in breve il meccanismo drammaturgico della performance che nelle mie intenzioni ironizza su eccessi e tic di certa musica contemporanea. Faccio presente che il contenuto giocoso di Duo funziona solo se riesco a rispettare la partitura, particolarmente rigorosa, in termini di tempo.
Invito il lettore a constatare di persona la veridicità delle mie intenzioni andando a vedere la documentazione della performance