image
image
image

Autoritratto

per 4 camere e 4 voci

Tratto da un mio testo:

1977 inizio estate-Bologna

Un primo passo importante in questo percorso di avvicinamento all'uso del video in tempo reale l'ho ottenuto con il lavoro realizzato per La Settimana Internazionale della Performance organizzata nel 1977 da Renato Barilli al Museo d'arte moderna di Bologna. Titolo della mia performance: Autoritratto per quattro camere e quattro voci.
Di questa video performance è rimasta solo testimonianza fotografica, non esiste una video documentazione proprio perché lo strumento che abitualmente serve per documentare l'ho usato in diretta per la realizzazione della performance .
La performance mette in gioco 4 telecamere collegate in diretta a 4 monitor. Le telecamere sono disposte ai 4 punti cardinali ad una distanza di circa 2 metri dal centro che viene inquadrato da ciascuno dei 4 obiettivi. I 4 monitor invece sono allineati in serie a formare una barriera tra spazio scenico e spettatori. Mi siedo su un alto sgabello girevole posto al centro delle telecamere e lentamente ruoto facendo un giro al minuto.

Fermiamoci qui.
Può il lettore immaginare, partendo dalla descrizione di questo set, cosa vedranno gli spettatori nei 4 monitor?….un piccolo sforzo!
Nei monitor apparirà, visto simultaneamente dai quattro punti di vista, il mio volto.
Nel monitor 1 di fronte, monitor 2 profilo destro, monitor 3 di nuca, monitor 4 profilo sinistro.
Semplice no? Il fatto è che il soggetto non sta fermo, gira e quindi…?
Ciò che si vede è una continua rotazione di posizioni del volto che gli spettatori vedono sia dal vivo che, abbassando leggermente lo sguardo, riprodotto dai 4 televisori.
Dopo 15” il monitor 1 mostra il mio profilo sinistro, monitor 2 di fronte, monitor 3 profilo destro e cosi via, dopo 30”…45”….60” tornati al punto di partenza la sequenza si ripeterà fino a fine performance.
L'apparato visivo è in stretta relazione con una polifonia vocale eseguita dal vivo.
In pratica mentre giro canto un'unica nota pronunciando le vocali a, u, e, o, in corrispondenza dei 4 punti cardinali. Questa linea vocale viene registrata e sovrapposta ad un secondo, un terzo un quarto passaggio cantato fino ad ottenere un coro di 4 voci, una specie di bordone corale, con variazioni esclusivamente timbriche determinate dalle varie combinazioni delle 4 vocali.
Nel lavoro tutto è determinato da interconnessioni tra posizioni del volto e sonorità vocali, nulla è improvvisato. Autoritratto… è un progetto cartesiano. Quello che mi interessa è mettere in evidenza l'uso del dispositivo video. E' chiaro che il meccanismo, così detto, a circuito chiuso dove la telecamera inquadra un soggetto che viene visto in diretta nel televisore, diviene il protagonista della video performance. E' più importante come si vede piuttosto che cosa che si vede. Il mio viso è si al centro della visione, ma non è il centro dell'interesse. Quello che è interessante è COME si vede il mio volto. VTR&I dicevo. Il video dà nuovo senso al volto.

Con il video faccio cose che non possono essere fatto se non con il video.

Questo principio è ancora più evidente nel caso delle video performance.
A differenza di molti artisti che con il video hanno documentato le loro performance, per me il termine video performance significa compiere un azione CON il video. La mia azione non ha nessun senso se non nell'uso del video e per me lo spettatore deve essere partecipe del processo.
Voglio insistere e approfondire.
In molti casi le performance sono azioni che esistono nella realtà perché avvengono sotto lo sguardo degli spettatori e il video è uno strumento che le fissa nel tempo.
Nel mio caso il video è il punto di partenza non quello di arrivo.
Tant'è vero che la video performance Autoritratto per 4 camere e 4 voci non è mai stata fissata nel tempo!

Nota a margine. Nel ' 77 avevo 26 anni e non ero nessuno. Venuto a sapere dell'intenzione di Barilli e dei suoi assistenti Francesca Alinovi e Roberto Daolio, di dedicare una manifestazione alla Performance (allora nuova forma comunicativa nel mondo dell'arte) ricordo di avergli spedito il mio progetto molto dettagliato.
Questo è bastato per entrare a far parte della storica manifestazione bolognese a fianco di Giuseppe Chiari, Marina Abramovic e Ulay……..tra gli altri e di incontrare Laurie Anderson con cui lavorerò nell''82 al festival di Santarcangelo per il suo United States. Ma questa è tutta un'altra storia.