Lupus et agnus

installazione con presenze. L’opera mette in crisi l’unità di luogo, azione, tempo.

Approfondimenti

ideazione, dispositivi scenografici e direzione Michele Sambin
in collaborazione con Pierangela Allegro e Giacomo Verde
performer Pierangela Allegro, Susanna Dini, Laurent Dupont, Paola Nervi, Michele Sambin
coproduzione Festival Micro Macro di Reggio Emilia
prima esecuzione Reggio Emilia, Spazio ex Stalloni, 1988;

Lupus et agnus è un opera di difficile definizione.
Non teatro, non mostra, non performance, non video, non concerto.... ma tutto questo insieme. un opera site specific.
Con un certo orario di apertura (mostra) lo spettatore poteva entrare in tre ambienti diversamente allestiti (installazione) e abitati da presenze umane (performance) che agivano diverse situazioni (teatro) guidati da una musica eseguita da un pianista (concerto) in situazione particolare sotto la sorveglianza di due telecamere(video) che trasmettevano le immagini a due monitor dislocati in un quarto ambiente. 
Lo spettatore entrava fisicamente nell’opera. Spostandosi da un ambiente all’altro poteva collegare azioni, suoni, parole che aveva visto e sentito in luoghi separati. Attraverso la visione dei due monitor poteva rileggere l’evento nella sua interezza, ma solo una volta uscito dallo spazio.

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